Forse un angelo ha sussurrato a tutti noi, mentre scendevamo nella cripta della basilica per passare davanti alla tomba del poverello di Assisi, queste tre paroline. Fatto sta che centinaia di persone, cristiani e non credenti, appartenenti alle confessioni cristiane o alle numerose espressioni religiose presenti all’incontro, sono sfilate in profondo silenzio davanti all’umile urna contenente le spoglie di Francesco. E lui deve aver parlato al cuore di ciascuno, perché gli occhi di tanti rivelavano segni di commozione o sguardi di grande intensità e profondità.
Un senso di profonda serenità interiore ha pervaso tutti. Anche il momento del pranzo, davvero “francescano”, ha contribuito a creare un clima di familiarità e di spontaneità.
La storica giornata di Assisi 2011 è stata segnata da un clima di grandissimo rispetto reciproco, e dalla consapevolezza che l’impegno per la pace non può non interessare tutti coloro che hanno a cuore le sorti dell’uomo.
Le parole del Papa, che invito a leggere integralmente senza travisarle, sono state un invito, un appello accorato a ritrovare la gioia di essere e sentirci tutti fratelli e sorelle che costituiscono un’unica famiglia. Una famiglia sola, in cui possono coesistere pacificamente le diverse identità, i percorsi differenziati di ciascuno verso la verità. Belle e chiare le riflessioni proposte da Enzo Bianchi a tal proposito.
Il fiume di persone, giovani soprattutto, che sono arrivati ad Assisi in pellegrinaggio testimoniano che l’umanità si impara camminando insieme, e può capitare, come successe a Francesco, che strada facendo si scopra la Verità…
Ai tanti amici che mi rivolgono domande, a cui non sempre riesco a rispondere dettagliatamente, vorrei suggerire la lettura del mio volumetto, appena pubblicato in edizione economica negli Oscar Mondadori, 150 risposte ai perché di chi crede e di chi non crede. Questioni di fede.